Garuda Mudra

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La mudra di Garuda rappresenta la divinità induista vahana, ossia veicolo, di Visnu, con le ali spiegate. E’ legata alla propria libertà interiore e all’abilità di esplorare  nuove situazioni e prendere in mano la propria vita; è utile a bilanciare la nostra energia Vata, ossia l’energia legata all’aria. Secondo l’ayurveda, Vata governa il movimento e la comunicazione ed è legato alla flessibilità e alla creatività. Nel nostro corpo si occupa di tutti i movimenti: il respiro, il pulsare del nostro cuore, la contrazione dei muscoli, il movimento dei tessuti e delle cellule. Governa, inoltre, la comunicazione tra cervello e sistema nervoso.

Quando si trova in uno stato di squilibrio, Vata tende a causare paura, ansia, senso di solitudine e spossatezza. Può portare a esaurimento fisico ed energetico, provocare problemi comunicativi e causare una serie di movimenti anormali nel corpo come  tic, tremori e spasmi muscolari.

Quando facciamo Garuda Mudra, unendo i due pollici, facciamo sì che l’energia dei due lati del corpo circoli meglio, grazie alla creazione di questo circuito.

Garuda, Vishnu e la compassione

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Gunakeshi, la figlia del cocchiere di Indra, Matali, si innamorò di Sumukha, un naga molto bello. Gli chiese così di sposarla, ma questi rispose di non poterlo fare perché destinato a morire il giorno dopo. Le spiegò di come, per prevenire una strage di naga da parte di Garuda, Vasuki, il re dei naga, aveva acconsentito a sacrificare ogni giorno un naga. Questo avrebbe permesso che ognuno potesse vivere libero dal terrore. Il giorno dopo sarebbe stato il turno di Sumukha, così, anche se lo desiderava tanto, non avrebbe potuto sposare Gunakeshi. Gunakeshi,devastata dal dolore, andò dal padre che, incapace di vederla in tale stato, supplicò Indra di aiutarlo. Indra allora si rivolse a Vishnu che perorò la causa di Sumukha presso Garuda.

“Ma lui è il mio cibo” rispose a Vishnu.
“E’ così, ma devi trovare nel tuo cuore la capacità di lasciar andare questo naga”. Garuda era inamovibile, così Vishnu appoggiò una delle sue mani sulle ali di Garuda. Tale era il peso della mano che questi non riusciva più a sbattere le ali. Si rese conto di essere in trappola. Cercò di liberarsi, ma senza riuscirci, non c’era via di scampo.
“Ti prego, liberami. Abbi un po’ di compassione”
“Solo se tu ne avrai con gli altri” rispose Vishnu.
Garuda realizzò che per ricevere compassione è necessario mostrare compassione. Decise così di non mangiare Sumukha il giorno seguente, che fu così in grado di sposare Gumakeshi.

La liberazione di Garuda

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Essendo figlio di Vinata, Garuda nacque in schiavitù, sotto i naga, i serpenti. Chiese ai suoi padroni il prezzo della liberazione e i serpenti gli chiesero amrita, il nettare dell’immortalità.

Così Garuda volò in cielo e attaccò Amravati, la città dei deva. Sconfisse Indra, il loro re, e prese il vaso contenente amrita. Indra gli chiese di restituirglielo: “Se me lo dai ti darò in cambio un favore”. Garuda allora spiegò il motivo per cui aveva deciso di rubare amrita e giurò di portare indietro il vaso senza neanche farlo toccare ai naga non appena ottenuta la propria liberazione e quella della madre.

Indra acconsentì e Garuda poté tornare sulla terra con il vaso di amrita che appoggiò a terra per effettuare lo scambio, ammonendo i naga che prima di avvicinarsi al vaso avrebbero dovuto lavarsi. I naga acconsentirono e si tuffarono nel fiume lasciando incustodito il vaso di amrita. Indra scese sulla terra, lo prese e se ne andò. Fu così che i naga rimasero senza amrita e senza Garuda e Vinata, che avevano ormai liberato. Per la disperazione i serpenti si rotolarono tra gli steli d’erba dove era stato appoggiato il vaso di amrita. Come risultato ottennero l’abilità magica di cambiare la propria pelle, evitando si invecchiare.

Garuda andò allora a reclamare la propria ricompensa da Indra: Voglio che i serpenti diventino il mio cibo naturale. E così da allora Garuda è sempre dipinto con un serpente tra gli artigli. Da loro schiavo ne divenne predatore.

La nascita di Garuda e dei Naga

Vishnu and Garuda with Maninaaga

Il Rishi Kashyapa aveva tante mogli. Due di queste erano Kadru e Vinata. Kadru voleva avere tanti figli, mentre Vinata ne desiderava soltanto due, ma più forti e intelligenti di tutti quelli Kadru messi insieme.

Kashyapa diede a Kadru centinai di uova, dalle quali nacquero i serpenti, o naga. A Vinata furono date solo due uova, che rimasero chiuse per molto tempo. Impaziente Vinata ne ruppe uno. Ne uscì un bambino arrabbiato con la madre. Si rifiutò di abbracciarla e la maledisse dicendo che sarebbe diventata schiava. Quindi si alzò in cielo e divenne Aruni, il dio senza forma del tramonto, cocchiere del dio Sole.

Imparata la lezione, Vinata fu paziente con l’altro uovo. Finalmente, un giorno, nacque Garuda, la grande aquila, risplendente come il sole. Vinata, successivamente, depose tante uova e divenne madre di tutti i volatili. Garuda fu così il loro re e guardiano.

D. Pattanaik – Pashu