Hridaya Mudrā

 

Unknown

 

 

Hridaya in sanscrito significa cuore, centro, essenza e Hridaya mudrā è la mudrā del cuore, il suo sigillo, il sigillo energetico dell’amore incondizionato e della compassione. Si dice che aumenti la nostra capacità di entrare in empatia con gli altri e sblocchi l’energia del cuore.

In questa mudrā, l’indice si appoggia alla base del pollice, mentre medio e anulare si appoggiano sulla punta del pollice. Il pollice è il dito di Agni, il fuoco, che aiuta ad “aumentare” o “diminuire” gli altri elementi. Con questa mudrā, poiché sulla punta del pollice sono appoggiati il medio, che è il dito di Ākāśa, lo spazio, e l’anulare, che è il dito di Prithvi, la terra, portiamo equilibrio tra la pesantezza della nostra parte più fisica e l’impalpabile leggerezza della nostra parte più sottile. L’indice è il dito di Vayu, il vento o aria, la parte più instabile e in movimento del nostro essere che cerchiamo di calmare e placare abbassando il dito alla base del pollice. L’indice alla base del pollice rappresenta anche la nostra capacità di “sacrificare” il nostro ego a quanto di più grande ci sia intorno a noi.

Saraswati, la musica e la pratica

 

Saraswati-goddess-of-music

Saraswati è anche la dea protettrice delle arti e della musica, oltre che della parola. In sanscrito le note si chiamano Swara, ossia ciò che risplende da sé. Ogni Swara deriva da un suono animale:

  1. SA nasce dal suono che emette il pavone quando nel cielo si assembrano le nuvole cariche di pioggia
  2. RE nasce dal suono che emette la mucca quando chiama il vitellino
  3. GA nasce dal suono che emette la capra nel suo gregge
  4. MA nasce dal suono che emette l’airone quando urla
  5. PA nasce dal suono che emette l’usignolo indiano in primavera
  6. DHA nasce dal suono che emette il cavallo
  7. NI nasce dal suono che emette l’elefante

All’inizio del proprio percorso lo studente di musica si trova a dover sviluppare le proprie abilità musicali per poter cogliere le differenze tra una nota e l’altra, soprattutto le differenze più sottili. Lo studente lavora duramente fino a quando, un giorno, quasi improvvisamente, raggiunge i primi risultati. Gli spettatori applaudono e il musicista rischia di farsi affascinare dal successo e dal plauso. Se questo accade il musicista non suonerà più seguendo Saraswati, la dea della conoscenza e delle arti, suonerà seguendo Lakshmi, la dea della ricchezza e del benessere. Così può essere il percorso dello yogi.

Qual è il proposito di un percorso che parta dall’impegno, dalla fatica e dall’abnegazione e porti alla riuscita? E’ guadagnarsi da vivere tout court? O è un mezzo per conoscere il mondo senza lasciarsi imbrigliare dal legame con la ricchezza (più o meno grande) che ne possa derivare?

Il quinto Yama, Aparigraha, ci ricorda di prendere solo ciò che è ci necessario, evitando di esagerare tracimando sul campo minato dell’attaccamento.

 

Diwali

IMG_8441

11/11/2015

In questi giorni ricorre la festa di Diwali, la festa delle luci. A seconda del credo, i festeggiamenti possono durare anche 5 giorni ma la notte principale coincide con quella più buia della luna nuova, quest’anno OGGI.

Prima di questa notte le persone preparano le proprie case pulendole, sistemandole e decorandole con luminarie, candele e lampade a olio.

Diwali rappresenta la vittoria della giustizia e l’elevarsi dello spirito sopra al buio, verso la luce, della conoscenza sull’ignoranza, della speranza sulla disperazione. La sua celebrazione si riferisce alla luce della conoscenza superiore che disperde ogni forma di ignoranza, quell’ignoranza che ci nasconde la nostra vera natura. Con questa nuova consapevolezza arriva la compassione, la capacità di sentirsi parte di un UNO, senza divisioni, senza schieramenti. Quando ci sentiamo parte di un uno cominciamo a entrare in RISONANZA con gli altri; come un violino che non venga suonato comincerà a far vibrare le proprie corde accanto a un altro violino che venga suonato, così anche noi abbiamo il superpotere di sintonizzarci con gli altri.

Possiamo usare questo superpotere per condizionare in maniera positiva l’energia degli altri  attraverso le nostre parole, gli sguardi, il sorriso, le azioni.

Buon Diwali

Namaste

Navaratri #2

Ma Lakshmi

Oggi entriamo nel secondo gruppo di tre giorni di Navaratri. Oggi, domani e dopodomani saranno dedicati a Lakshmi, energia dell’abbondanza in tutte le forme che sostengono la vita: cibo, vitalità, soldi. Di solito è rappresentata seduta su un fiore di loto, a sua volta simbolo di umiltà ma anche di regalità. Se ci pensiamo solo un cuore davvero nobile e umile è in grado di veri atti di generosità e abbondanza nei confronti degli altri.

Continua dunque il percorso iniziato con Durga, l’energia che sconfigge l’egoismo, espandendosi nella generosità e nella condivisione.

Quando non siamo fedeli ai nostri valori e al nostro personale senso di integrità, non solo siamo infedeli agli altri, ma mentiamo anche a noi stessi e senza dubbio provochiamo grandi scompigli interiori. Quando invece abbiamo fiducia nell’abbondanza della vita siamo spontaneamente generosi e capaci di praticare il terzo yama, asteya o astensione al furto.
Donna Farhi

Navaratri

Ma Durga

Ieri era il primo giorno di Navaratri, le nove (nava) notti (ratri) di pratiche induiste devozionali dedicate a Shakti nella sua tripla forma. Questo periodo è diviso in tre parti, di tre notti ciascuna, ognuna dedicata a una forma di Shakti. Si tratta di un percorso che si snoda durante la fase di cambiamento autunnale e che ci porta a celebrare l’energia creativa e a realizzare l’abbondanza di amore, bellezza e generosità.
Le notti di ieri, oggi e domani sono dedicate a Ma Durga, risplendente nel suo sari rosso, armata di 10 tipi diversi di armi attraverso le quali risvegliare la coscienza. È in grado di sopraffare tutte le forze negative e di involuzione.
Ma Durga è la forza che sconfigge l’egoismo, il primo grande passo verso un’evoluzione personale completa e totale. Attraverso tale percorso diventa più semplice applicare yama e niyama, in particolare samtosa (santosha), la frugalità.

Tutto quello di cui abbiamo bisogno sta nella soddisfazione del momento presente, anche se è un momento difficile. Questa capacità di contentarsi nasce dal renderci conto che, per quanto sgradevole e difficile possa essere a volte la vita, quando dimoriamo saldi al centro di noi stessi, il nostro sé interiore rimane essenzialmente immutato. Questa presa d’atto ha messo in grado persone che vivevano in prigione e in situazioni atroci di mantenere la propria dignità e il proprio equilibrio e, in questo modo, elevarsi al di sopra della propria condizione.
Donna Farhi

Possiamo provare a dedicare questi tre giorni alla forza della generosità e della condivisione a partire dai piccoli gesti e dalle piccole cose quotidiane. Potremmo scoprire che la bellezza è virale e che da un nostro piccolo gesto ne possono nascere tanti altri.